I bambini non dovrebbero conoscere l'eccesso di Stress

(Immagine dal Web)
Se lo stress è nocivo per gli adulti, lo è ancor di più per i bambini. Questo perché il loro cervello e il loro sistema nervoso è ancora in fase di maturazione. Fase che si completerà all'incirca verso la fine dell'adolescenza.

Credere che i bambini, perché vivono l’età più bella, siano immuni dallo stress è un errore: l’infanzia è un periodo complesso fatto di prime esperienze che portano con se le naturali tensioni

I bambini di oggi poi sono sommersi da svariati impegni, sportivi e non, compiti, verifiche scolastiche (talvolta tutte concentrate in una settimana) e regole necessarie a cui sottostare. Vivono forti emozioni e conoscono la competizione fin dalle prime esperienze sociali. Nella società di oggi sentono il peso del dover riuscire, del far bene, del non deludere le aspettative dei genitori.

Gli studi hanno ampiamente dimostrato quanto lo stress sottoponga le aree cerebrali a deterioramento con tutte le conseguenza che ciò comporta.

Spesso non ce ne rendiamo conto, ma siamo proprio noi genitore a imporre i nostri ritmi incalzanti ai nostri figli, soprattutto ai più piccoli che hanno tempi molto più dilatati dei nostri.

Dovremmo imparare a rallentare un pò, a concederci degli spazi in cui coltivare l’attenzione a noi stessi, al momento presente, disinnescando quel pilota automatico che non ci fa cogliere il piacere anche dalle semplici azioni quotidiane: un bagno o una doccia calda, un caffè o una tisana gustati veramente, una pietanza assaporata fino in fondo, i profumi e i suoni che ci circondano, senza rimuginare su cosa abbiamo fatto prima o su cosa dobbiamo fare dopo.

Questo ci aiuta anche a dare ai nostri vissuti emotivi il giusto peso e ad affrontarli con più efficacia e sicurezza.

Dovremmo permettercelo in primis per noi stessi. Condividere e insegnare poi ai nostri figli queste cose, aiuta anche loro ad affrontare le loro emozioni e le loro sfide quotidiane, a crescere più sicuri, ponendoci più in sintonia e rafforzando il legame.

Trasmettiamogli dunque, qualcosa che non si fa di fretta e dove non c’è competizione, a essere presenti in ciò che si fa, proprio come fanno i bambini più piccoli durante il gioco: loro focalizzano li tutta la loro attenzione, sono totalmente immersi in ciò che vivono. Crescendo purtroppo perdono questa qualità innata, inghiottiti dalle innumerevoli attività ed impegni, e che possiamo aiutare a ritrovare.

Dott.ssa Eleonora Cittadino, Psicologa


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